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Al fianco dell'industria italiana dal 1950

Da settant'anni, Atlas Copco contribuisce allo sviluppo industriale ed economico dell’Italia attraverso soluzioni all’avanguardia che hanno migliorato la qualità della vita e il progresso tecnologico del Paese.

Anni '50

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La storia di Atlas Copco in Italia inizia nel 1950, quando a Roma nasce la SAMPA, acronimo di Società per Azioni Macchine Pneumatiche Atlas. Dopo un anno, la SAMPA si trasferisce a Milano e nel 1956, parallelamente alla trasformazione della capofila Atlas Diesel di Stoccolma in Atlas Copco AB, cambia la propria ragione sociale in Atlas Copco Italia S.p.A. (Copco = COmpagnia Pneumatica COmmerciale). Nel ’58 debuttano sul mercato italiano i compressori d’aria silenziati, mentre l’anno successivo iniziano i lavori per la realizzazione del Traforo del Monte Bianco. Atlas Copco fornisce in esclusiva perforatrici e compressori per lo scavo “Condotte d’Acqua” del traforo, segnando la definitiva consacrazione della società nel settore della perforazione della roccia attraverso il “metodo svedese”.

Anni '60

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Atlas Copco Italia continua la sua espansione sul mercato, diventando una delle più importanti sedi di vendita del Gruppo Atlas Copco. Non solo, è anche la società più forte nel campo dell’aria compressa in Italia e nel ’65 viene inaugurato il nuovo complesso di Cinisello Balsamo. Il 1969 segna l’inizio di una duratura collaborazione con FIAT per la fornitura di utensili pneumatici e compressori. In questi anni, gli avvitatori pneumatici Atlas Copco diventano il punto di riferimento per qualità e garanzia degli assemblaggi nell’industria manifatturiera e del bianco. Atlas Copco realizza anche il primo “Jumbo” ad aria compressa per la realizzazione di una galleria della Gardesana Occidentale, la strada che costeggia la riva lombarda del lago di Garda.

Anni '70

Nel 1974 viene introdotta la perforazione idraulica, una tecnica che rispetto all’energia pneumatica assicura una doppia potenza di perforazione, una maggiore efficienza energetica e migliori condizioni di lavoro. L’anno successivo, Atlas Copco Italia è incaricata alla realizzazione del tratto italiano del traforo del Fréjus. Per il progetto, che rappresenta una pietra miliare, viene realizzato appositamente il “Jumbo Fréjus”, il più grande carro di perforazione idraulica mai costruito. Sempre nel 1975 vengono lanciati i primi compressori rotativi a vite di media capacità e, dalla collaborazione con le università svedesi, nasce il LIMNO, un sistema che ossigena i laghi inquinati e che viene impiegato anche in Italia nel lago di Caldonazzo. Infine, nel 1979, viene introdotto un avanzato sistema di serraggio computerizzato. Una curiosità: Cesare Maestri, alpinista definito il “ragno delle Dolomiti”, nel 1970 conquista la vetta del Cerro Torre in Patagonia con l’aiuto di un piccolo compressore Atlas Copco che, tutt’ora, si trova ancorato sulla cima. Per questo motivo, la via di arrampicata tracciata da Maestri è stata ribattezzata “la via del compressore”.

Anni '80

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È un periodo di forte espansione per Atlas Copco Italia, che introduce sul mercato i primi utensili ergonomici come gli scalpellatori senza vibrazioni e le smerigliatrici con aspirazione delle polveri. Nell’83, a seguito dell'eruzione dell’Etna durata circa sei mesi, i tecnici Atlas Copco supportano le attività di deviazione della lava attraverso le perforatrici ROC601. Nel 1988 il porto di Trieste installa un sistema di barriere pneumatiche contro le fughe di petrolio controllato da quattro compressori Oil-Free e, nello stesso anno, le paratoie del progetto sperimentale MOSE contro l’acqua alta a Venezia sono azionate da compressori Atlas Copco.

Anni '90

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È tempo di una struttura commerciale più agile per rispondere alle esigenze del mercato e rafforzare la propria leadership in ciascun segmento, con tre divisioni interne che hanno l’obiettivo di attuare politiche di vendita più efficaci: nascono quindi la divisione Compressori, Ingegneria Civile e Miniere e Utensili Industriali. Nel corso degli anni ’90 vengono lanciati prodotti all’avanguardia come i compressori a velocità variabile e i generatori QAS entrano nel settore dei gruppi elettrogeni. Nel 1997, Giulio Mazzalupi è il primo italiano, nonché il primo non svedese a diventare Presidente e CEO del Gruppo Atlas Copco, dopo quasi vent’anni di esperienza nella società tra Italia e Belgio.

Anni 2000

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Atlas Copco festeggia i suoi primi 50 anni in Italia, e il nuovo millennio vede la Società impegnata in un importante processo di certificazione negli ambiti di qualità, ambiente e sicurezza. Vengono quindi ottenute la ISO 14001, la OHSAS 18001 e la UNI EN ISO 9001. Nel 2007 nasce Water For All Italia, organizzazione no-profit sostenuta dai dipendenti Atlas Copco impegnata nel portare acqua pulita nei Paesi sottosviluppati. Infine, nel 2009, Atlas Copco diventa il primo produttore a proporre compressori certificati a consumo energetico zero, lanciando la cosiddetta linea di prodotti “Carbon Zero”.

Dal 2010 a oggi

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L’espansione di Atlas Copco nel corso degli anni ha portato all’acquisizione di numerose compagnie italiane specializzate nei settori dei compressori e utensili industriali. Per valorizzare al meglio il portafoglio di brand parte di Atlas Copco Italia, nel 2010 viene fondata MultiAir Italia S.R.L. La nuova società ha l’obiettivo di gestire le operazioni commerciali dei diversi brand in Italia e nei mercati internazionali, rafforzandone il posizionamento al fianco di Atlas Copco. Nel 2018 arriva un altro importante cambiamento, con la divisione di Ingegneria Civile e Miniere che si separa dal Gruppo Atlas Copco diventando Epiroc. Oggi Atlas Copco Italia, la cui sede è ancora a Cinisello Balsamo, conta su circa 280 dipendenti dislocati su tutta la penisola tra tecnici, forza commerciale e impiegati, ed è leader nello sviluppo, vendita e noleggio di compressori d’aria, utensili industriali, soluzioni per il vuoto ed equipaggiamento portatile per l’energia.