Nel 1974 viene introdotta la perforazione idraulica, una tecnica che rispetto all’energia pneumatica assicura una doppia potenza di perforazione, una maggiore efficienza energetica e migliori condizioni di lavoro.
L’anno successivo, Atlas Copco Italia è incaricata alla realizzazione del tratto italiano del traforo del Fréjus. Per il progetto, che rappresenta una pietra miliare, viene realizzato appositamente il “Jumbo Fréjus”, il più grande carro di perforazione idraulica mai costruito.
Sempre nel 1975 vengono lanciati i primi compressori rotativi a vite di media capacità e, dalla collaborazione con le università svedesi, nasce il LIMNO, un sistema che ossigena i laghi inquinati e che viene impiegato anche in Italia nel lago di Caldonazzo. Infine, nel 1979, viene introdotto un avanzato sistema di serraggio computerizzato.
Una curiosità: Cesare Maestri, alpinista definito il “ragno delle Dolomiti”, nel 1970 conquista la vetta del Cerro Torre in Patagonia con l’aiuto di un piccolo compressore Atlas Copco che, tutt’ora, si trova ancorato sulla cima. Per questo motivo, la via di arrampicata tracciata da Maestri è stata ribattezzata “la via del compressore”.